L'utilizzo del fluoro: la fluoroprofilassi
L'utilizzo del fluoro è il metodo più efficace per la prevenzione e il controllo della carie.
L'organizzazione Mondiale della sanità (O.M.S.) ritiene che la fluoroprofilassi sia un metodo di prevenzione ottimale per tutte l'età.
L'elevata prevalenza della carie nella popolazione infantile italiana recentemente rilevata, ci porta a valutare l'intera popolazione come potenzialmente a rischio di carie e come tale bisognosa di interventi preventivi di tipo esteso come la fluoroprofilassi.
Il fluoro, come il calcio e il fosforo, è essenziale per la formazione di denti e ossa.
Con l'applicazione di fluoro si trasforma l'idrossiapatite, sostanza fondamentale di cui è costituito lo smalto, in fluoriapatite.
Questa è più resistente all'acido derivato dall'azione distruttiva dei batteri che aggrediscono il dente.
Le applicazioni topiche, cioè localizzate sul dente, di fluoro si distinguono in applicazioni professionali (eseguite presso lo studio dentistico) e applicazioni domiciliari di autoprofilassi eseguite prevalentemente con applicazione di dentifrici fluorati e colluttori.
La somministrazioni professionale del fluoro, cioè in studio, avviene sotto forma di gel e vernici: questa metodica è la più efficace in quanto facilmente applicabile, i tempi sono assai ristretti e controllabili ed è scarsa la possibilità di ingerimento del gel da parte del bambino. Inoltre, gli elementi dentali rimangono a contatto con il fluoro più allungo perché molto vischioso e appiccicoso.
Oltre che in maniera topica sia essa professionale o domiciliare, l'organismo umano assume il fluoro anche per via sistemica cioè tramite l'ingestione di bibite e altri generi alimentari che contengono fluoro.
Vi sono alcuni alimenti che contengono più fluoro, di solito però in misura non sufficiente per la dose considerata terapeutica di 1mg al giorno dai 6 anni fino ai 13 -16 anni.
In teoria, per poter ottenere un dosaggio di 1 mg di Fluoro al giorno si dovrebbero consumare in una sola volta per fare un esempio: 16 uova oppure 5 mele, 16 arance, 20 pere e 33 banane oppure un chilo di pasta o riso, 5 litri di latte o ancora 12 tazze di tè, 3 hg di acciughe affumicate, 5 etti di carne bovina, 6 etti di formaggio e 7 etti di pollo.
Da ciò si capisce quindi che la quantità di fluoro necessaria, non può essere solo fornita da un'alimentazione equilibrata ma l'assunzione di queste bibite, di alimenti ad elevato contenuto di fluoro come succhi di frutta, tè, latte in polvere, latte di soia e l'utilizzo di cibi preparati si addiziona alla fluoroprofilassi sistemica.
L'altra fonte cosiddetta naturale di fluoro è l'acqua potabile.
La fluorizzazione infatti delle acque potabili, rappresenta il mezzo più efficace e socialmente utile per fare usufruire l'intera comunità dei benefici effetti di questo alimento.
Le concentrazioni ottimali raccomandate delle acque variano da 0,6 a 1,1 mg per litro così da ottenere l'effetto cario protettivo e limitare l'eventualità di fluorosi dentale; percentuali superiori devono essere evitate per non causare la fluorosi dentale come invece avvenne tra il 1909 e il 1928 negli Stati Uniti in cui ci fu una aggiunta alle acque di una concentrazione di fluoro troppo alta.
Altra possibilità sarebbe la fluorizzazione del sale da cucina che fu sperimentata dal 1950 al 1955 a Zurigo con una diminuzione dell'incidenza della carie dal 60% al 35%; purtroppo questa metodica in Italia ad oggi non è stata ancora adottata.
Che fare dunque per arrivare alla percentuale suggerita: cioè 1 mg di fluoro al giorno per i bambini dai 6 fino ai 13 16 anni?
Prima di tutto già durante la gravidanza, a partire dal terzo mese di gravidanza, la mamma può iniziare ad assumere una compressa di 1 mg al giorno di fluoro.
E questo perché la mineralizzazione dei denti nel feto inizia già al quarto mese di gravidanza dato che il fluoro riesce a passare la barriera placentare.
Dunque è consigliabile invitare la futura mamma a informare di ciò il ginecologo, il quale conoscendo le sue condizioni di salute potrà dare parere favorevole.
Quando il bimbo nasce, se viene allattato, la profilassi continuerà attraverso l'assunzione di fluoro da parte della mamma.
E’ vero che i valori di fluoro nel latte materno sono bassi intorno a 0,008 ppm ma comunque non inesistenti.
Se invece il bimbo non viene allattato e beve acqua minerale con una concentrazione inferiore a 0,3 mg per litro di fluoro, allora sarebbe consigliabile dare al bimbo, una compressa al giorno da 0,25 mg e questo fino all'età di 3 anni.
Successivamente, se il bimbo dopo i 3 anni continua ad assumere acqua minerale con una percentuale di fluoro inferiore a 0,3 mg per litro sarebbe consigliabile dargli due compresse al giorno fino ai 6 anni.
Dopo i 6 anni, indipendentemente dalla percentuale di fluoro contenuta nell'acqua minerale che beve, sarebbe meglio non dargli nessuna compressa.
Bisogna ricordare che per l’utilizzo del dentifricio, i bimbi da 3 a 6 anni dovrebbero utilizzare dentifrici con una percentuale di fluoro non superiore ai 500 ppm.
Mentre sopra i 6 anni fino all’età adulta, il dentifricio dovrebbe contenere almeno 1000 ppm di fluoro.
Quello che faccio con i miei pazienti è informarmi su quale sia l'acqua minerale che il bimbo beve di solito e chiedere alla mamma di controllare sull’etichetta della bottiglia d’acqua la quantità di fluoro in essa contenuta.
Le nostre acque minerali, che sostituiscono l'acqua potabile, riportano sull'etichetta concentrazioni di fluoro che di solito sono inferiori a 0,6 ppm.
La concentrazione di fluoro non deve comunque superare le dosi consigliate poiché in questo caso potrebbe dar luogo alla fluorosi dentale: cioè l’eccessivo consumo del fluoro potrebbe causare un ipomineralizzazione dello smalto o anche della dentina assunta in eccesso rispetto ai livelli ottimali.
Comments